Depositi del patrimonio culturale nelle Marche

U.O. 3 - UNITA' DEPOSITI TEMPORANEI E LABORATORIO DI PRONTO INTERVENTO SUI BENI MOBILI, con i seguenti compiti:
a. gestione dei depositi temporanei;
b. gestione dei laboratori di pronto intervento.

L'UCCR-MiBAC, su disposizione del segretario regionale nella sua funzione di coordinatore dell'unita' stessa, attraverso le necessarie iniziative di coordinamento, pianifica ed organizza l'attivita' di rilievo dei danni e di interventi di messa in sicurezza dei beni immobili e mobili, compresi, per questi ultimi, gli eventuali interventi di recupero, allontanamento, trasferimento in depositi temporanei. Il segretario regionale coordina altresi' la gestione dei depositi temporanei e degli eventuali laboratori di pronto intervento. Il segretario regionale e' responsabile di tutte le attivita' di cui sopra.

La necessita' di collocare i beni culturali mobili in depositi temporanei richiede che il segretario regionale individui, preferibilmente in condizioni non emergenziali, i luoghi potenzialmente idonei sia in relazione alle esigenze di sicurezza che di conservazione dei beni, in collaborazione con il
Comando Carabinieri TPC e con i competenti Istituti del Ministero.

Sin dalle prime scosse dell’agosto 2016 una delle maggiori criticità dei recuperi dei beni nel territorio marchigiano è stata rappresentata dal patrimonio culturale così capillarmente diffuso e dalla notevole entità del danno: l’UCCR MARCHE si è sempre attivato, nel pieno rispetto della Direttiva Franceschini del 23 aprile 2015, coordinandosi con il Nucleo tutela patrimonio culturale dell’Arma dei Carabinieri assicurando altresì la vigilanza e il coordinamento necessari alla messa in sicurezza delle opere.

Questo Ufficio si è attivato già dal 2015 nel cercare un luogo da destinare a deposito dei beni recuperati da eventi calamitosi cercando in prima istanza di individuare luoghi di proprietà statale-demaniale.

 Ad oggi sono stati recuperati complessivamente ben 13.247 beni mobili (sia storico artistici che archeologici), 3.535 metri lineari circa di beni archivistici e circa 5.487 volumi di beni librari che sono stati prontamente messi in sicurezza.

Di seguito si rappresenta un maggior grado di dettaglio sui beni mobili: su 13.247 beni mobili complessivamente recuperati, 1467 si trovano in depositi gestiti dal MIBACT (di cui 1.421 presso la Mole di Ancona e 46 presso il Forte Malatesta di Ascoli) mentre gli altri 11.780 pezzi sono collocati in altri depositi o luoghi di ricovero.

Di seguito se ne fornisce il dettaglio.

1)   DEPOSITI A DIRETTA GESTIONE MIBACT

Beni mobili complessivamente recuperati, collocati in depositi gestiti dal MIBACT: 1.5xxx???

Mole Vanvitelliana di Ancona

(di proprietà del Comune di Ancona e data in concessione gratuita al MIBAC)
Si tratta di un deposito perfettamente allestito e in cui sono stati attivati anche specifici laboratori di pronto intervento in loco, grazie ai collaboratori dell’ISCR, per mettere in sicurezza le opere recuperate nel territorio: tutte le opere sono state adeguatamente schedate e classificate e se ne conosce la relativa provenienza.

Attualmente la Mole ospita complessivamente 1.421 beni: si tratta prevalentemente di opere a carattere ecclesiastico, appartenenti a diocesi o ordini religiosi diversi, danneggiate in modo diretto dal sisma o la cui permanenza in edifici a rischio avrebbe comportato la loro perdita.

Una parte di esse, le più gravi, sono state oggetto d’intervento da parte di restauratori dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro che hanno provveduto a sostituire gli imballi di prima emergenza con altri adeguati, e hanno effettuato i pronti interventi necessari a conservarle fino al momento del definitivo restauro. È stato predisposto un apposito modello elettronico di catalogazione che consente di gestire l’ingente patrimonio fino al momento della sua restituzione.

Forte Malatesta di Ascoli Piceno

(di proprietà del demanio in concessione al Comune di Ascoli Piceno)
Sono stati avviati e conclusi in breve tempo piccoli lavori di adeguamento necessari (installazione di telecamere e di porte blindate). Ad oggi 46 beni  sono ricoverati presso Forte Malatesta, un immobile di proprietà del comune di Ascoli Piceno che ospita ai piani superiori il Museo Civico. Nei piani inferiori, posti al piano del vallato, alcuni locali non utilizzati come luoghi espositivi ma allarmati e dotati di antincendio sono stati dunque utilizzati per ospitare opere provenienti prevalentemente dal comune di Arquata del Tronto e di proprietà comunale. Essendo il luogo di deposito individuato immediatamente dopo il sisma del 24 agosto, è stato il naturale depositario dei beni provenienti dalla prima area cratere. Attualmente tutte le opere di proprietà del Comune di Arquata (Chiesa di san Francesco di Borgo) sono tutte collocate presso le stanze messe a disposizione dalla Pinacoteca di Ascoli del Forte Malatesta.

2)   ELENCO BENI ARCHIVISTICI E LIBRARI DEPOSITATI IN LUOGHI GESTITI DAL MIBACT

Totale beni archivistici: ml 2.154 numero; pezzi 5.682; casse 238; 201 scatoloni

Il problema del ricovero del patrimonio archivistico presente in regione è stato da subito compreso e affrontato, data la grande mole di archivi, di piccole e medie dimensioni, di proprietà sia comunale che ecclesiastica, noti nelle aree terremotate. Data l’urgenza di intervenire in alcune delle situazioni più a rischio di perdita, come gli archivi storici comunali di Visso e Ussita, si è deciso di utilizzare spazi disponibili negli Archivi di Stato regionali come deposito temporaneo del materiale archivistico e/o librario. In altre situazioni, come quella dell’archivio privato Cruciani – Fabozzi, ricoverato presso l’archivio di Stato di Ascoli Piceno, o quello della scuola comunale di Ripe san Ginesio, ricoverato presso l’Archivio di Stato di Pesaro, la scelta dei luoghi di deposito temporaneo è stata dettata dalla compatibilità tra la dimensione del patrimonio da spostare e la disponibilità degli spazi offerti.

I trasferimenti dei beni sono avvenuti sempre sotto il controllo dei funzionari archivisti della Soprintendenza Archivistica di Marche e Umbria, supportati dai dipendenti degli Archivi di Stato regionali, dai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale e, quando necessario, dai volontari della Protezione Civile.

 

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